Cocktail: perché si chiama 'coda di gallo'?

Sono molte le le ipotesi sull'origine della parola cocktail, ovvero coda di gallo. Dalla bevanda colorata per i soldati in guerra al brindisi dopo un naufragio

Molte persone che li consumano abitualmente non si chiedono il significato della parola "cocktail", con la quale viene chiamata la bevanda multicolore che viene servita presso bar e ristoranti. La versione più accreditata è quella che il termine derivi dalla fusione delle due parole che lo compongono, cock e tail, alla lettera gallo e coda

Le leggende sulla nascita del cocktail

Secondo alcune narrazioni arrivate sino ai giorni nostri, una vivandiera di nome Betsy Floyagan, nel periodo della Guerra di Secessione, distribuiva ai soldati una bevanda corroborante realizzata da lei stessa. Questa bevanda era ottenuta mischiando diversi distillati e i soldati, a causa della sua colorazione la chiamarono appunto cocktail vista la sua colorazione vivace.
Altri racconti parlano di consumo di bevande con tanti colori, simili a quelli di un gallo, già nel quindicesimo secolo nelle campagne dell’Inghilterra.

L’ipotesi sulla origine del termine è rafforzata anche da alcuni racconti del Centro America nei quali si parla dei festeggiamenti che si tenevano dopo combattimenti tra galli. Il brindisi al gallo sconfitto consisteva in una miscela di succhi e liquori che veniva offerta al padrone del gallo che aveva vinto il combattimento.

Altre leggende intorno a questo termine parlano dell’approdo fortunoso di navi europee in Sudamerica e del successivo brindisi per lo scampato naufragio mescolando i liquori che venivano trasportati a bordo delle navi con i succhi derivati dai frutti tropicali presenti sulle terre dove i marinai erano sbarcati.

L'ufficializzazione della parola

Il termine cocktail, anzi nella dizione con il trattino, "cock-tail" fu usata in maniera ufficiale nel corso del diciannovesimo secolo. Come è successo per molti altri termini, il primo uso della parola avvenne in un modo scherzoso, per prendersi gioco di una invenzione dell’uomo che è nello stesso tempo tragica ed esilarante, la politica.

La data è il 6 Maggio 1806, quando su un giornale dell’epoca, il "The Balance, Columbian Repository" pubblica un articolo che elenca, in un modo alquanto ironico, le spese di uno dei candidati che era risultato sconfitto alle elezioni locali. Il termine cock-tail appare infatti all’interno di questa nota spese. Sullo stesso giornale, una settimana dopo, esattamente il 13 maggio 1806, viene pubblicata la risposta che il giornale fornì ad un curioso lettore che aveva chiesto chiarimenti su quella parola usata per la prima volta.
Nell’articolo di quel giorno, che venne poi ricordato come "World Cocktail Day", apparve la definizione "Il cocktail è una bevanda stimolante composta da superalcolici di vario tipo, zucchero, acqua e amari".

L’epoca d’oro per la diffusione del cocktail fu quella del "Proibizionismo", un periodo nel quale, a causa delle leggi che imponevano di non usare alcol, quelli esistenti sul mercato erano di bassissima qualità, per cui i baristi, per renderli appetibili da parte dei clienti dovettero inventari dei mix con altre bevande sia dolci che amare.

In quel periodo non esisteva una regolamentazione del cocktail e tutto era lasciato all’inventiva dei baristi e alla disponibilità dei vari prodotti. In questo modo la miscelazione dei cocktail era talmente improvvisata che non esistevano delle ricette standard di preparazione.
Nonostante questo si diffuse tra i clienti l’abitudine a consumare questa bevanda, misteriosa e nello stesso tempo sofisticata, che successivamente sbarcò in grande stile anche in Europa e nel resto del mondo.

In seguito l’International Bartenders Association, IBA, fissò, a partire dal 24 Febbraio 1951 le regole di dosaggio dei cocktail, grazie ad una commissione che riuniva i migliori barman del mondo. In questa occasione i cocktail vennero suddivisi in gruppi e furono anche selezionati i 50 cocktail più prestigiosi e conosciuti.
Uno dei successi di questa bevanda è dato anche dal fatto che la fantasia dei barman non ha limiti e quindi ogni locale tende a preparare un cocktail diverso, che viene definito "della casa" e questo avviene ogni giorno. In molti casi i cocktail si riconoscono anche per le decorazioni che vengono approntate, alcune veramente molto originali. I cocktail classici continuano comunque a farla da padrone e vengono serviti sia in occasione di eventi a tema che di happy our e apericene.

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