Mal di testa da gelato, perché succede e come evitarlo

Mal di testa mentre mangi il gelato? Scopriamo insieme perché accade e tutto ciò che c’è da sapere al riguardo, in modo da evitare questa sgradevole reazione.

Assaporare un buon gelato durante la stagione calda rappresenta uno dei gesti più piacevoli.

Ma attenzione a non mangiarlo troppo rapidamente poiché un momento di freschezza può essere trasformato in un repentino mal di testa che seppur di breve durata, può essere molto intenso e fastidioso.

Scopriamo insieme perché accade e tutto ciò che c’è da sapere al riguardo, così da eludere questa sgradevole reazione e poter approfittare senza timore di un gesto che offre sollievo dalla calura estiva, semplicemente facendo attenzione nel prendere le giuste precauzioni.

Mal di testa da gelato: come riconoscerlo

Anche detto "ganglio neuralgia sfenopalatina", il mal di testa da gelato consiste in una vera e propria sensazione di cervello ghiacciato che prima o poi è capitato a chiunque in spiaggia o durante una passeggiata.

Fortunatamente si tratta di un fenomeno momentaneo e di lieve entità, e in quanto tale si protrae solo per brevi attimi fino ad arrivare ad un massimo di circa una trentina di secondi.

Associato all’ingestione troppo rapida di sostanze eccessivamente fredde così come accade con le bevande ghiacciate, si manifesta immediatamente dopo la loro assunzione, dando origine ad una fitta dolorosa generalmente in corrispondenza dell’area centrale della testa, altre rare volte localizzato anche presso le tempie o nella regione retro-orbitaria.

Mal di testa da gelato: perché si scatena

La motivazione che genera una risposta dolorosa da parte del cervello ad uno stimolo freddo è da attribuire ai recettori del palato. Infatti questi ultimi ogni qualvolta entrano rapidamente a contatto con bevande e alimenti a temperature eccessivamente basse, danno origine a una vasodilatazione che si innesca per tentare di ripristinare le condizioni termiche originarie in pochi istanti.

In altre parole questo processo comporta l’espansione dell’arteria cerebrale anteriore e l’incremento della pressione al fine di far affluire più sangue caldo, generando infine una sorta di emicrania; il tutto aggravato dal fatto che il vaso sanguigno interessato nell'operazione non riesca a tornare velocemente alla normalità, richiedendo un lasso di tempo maggiore per la costrizione rispetto a quanto abbia impiegato per espandersi.

Coinvolto nella trasmissione del messaggio dal palato al cervello nonché responsabile delle sensazioni di dolore collegate al viso è il nervo trigemino, il quale fa in modo che il sintomo venga avvertito in corrispondenza della fronte piuttosto che della bocca, sfociando in quello che viene comunemente definito come "dolore riferito", ovvero uno stimolo avvenuto in un’area del corpo e che nonostante ciò viene percepito presso un’altra.

Come evitare l'emicrania da gelato

Per tutti i golosi i quali non intendono assolutamente rinunciare a deliziare di un buon gelato durante la bella stagione, esistono un paio di rimedi piuttosto efficaci nella prevenzione e nella risoluzione di questo fastidioso disagio.

Un suggerimento utile per non far scattare il processo di vasodilatazione riguarda l’azione di assaporare il gelato con calma, in modo da non coinvolgere il nervo trigemino.

L’altro consiglio arriva invece in aiuto in caso sia già in atto il meccanismo di risposta. In questa ipotesi diviene necessario toccare il palato con la lingua, così da riuscire ad apportare calore contribuendo ad una riduzione della pressione sanguigna e di conseguenza anche della dilatazione dell’arteria.

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