Arabia Saudita: le donne non dovranno più entrare nei ristoranti da ingressi separati

In Arabia Saudita Mohammed bin Salman ha abolito gli ingressi separati per uomini e donne nei ristoranti.

Arabia Saudita: le donne non dovranno più entrare nei ristoranti da ingressi separati
  Photo credits: Panorama.it

Importante passo in avanti dell’Arabia Saudita che ha eliminato la segregazione delle donne all’interno dei ristoranti, eliminando gli ingressi separati a loro riservati.

L’annuncio di questa novità è stato dato dalle autorità di Riad e la decisione sul mantenimento o meno degli ingressi separati spetterà ai proprietari dei ristoranti.

Un passo in avanti sulla via dell’uguaglianza dei sessi

Fino ad oggi l’ingresso nei ristoranti dell’Arabia Saudita avveniva in maniera separata per uomini e donne. La norma è stata cancellata con un comunicato emesso dalle autorità competenti che lascia ai proprietari dei ristoranti la scelta se mantenere questa distinzione oppure eliminarla, consentendo così alle donne ed alle famiglie di entrare insieme agli uomini.

Una modifica che è arrivata per volontà di Mohammed bin Salman, principe ereditario del paese arabo e che va a superare quello che era un divieto d’incontro tra uomini e donne nei luoghi pubblici.

Secondo il quotidiano arabo Al Jazeera questo però non chiarisce se all’interno dei ristoranti e degli altri locali pubblici le donne potranno sedersi allo stesso tavolo degli uomini e conferma che questa misura, consentita dalla legge, non è obbligatoria per gli esercenti dei vari locali, che restano quindi gli unici a poter mettere o non in pratica la nuova regola.

Le novità per eliminare la discriminazione in base al sesso

Una serie di novità per quanto riguarda le regole "discriminatorie" è arrivata negli ultimi anni. Alle donne è stati infatti permesso di entrare a far parte dell’esercito, mantenendo però un limite alla loro possibilità di fare carriera e limitando l’avanzamento sino al ruolo di sottufficiale.

Negli ultimi mesi del 2017 era stata abolita anche la norma che vietava alle donne di guidare le automobili e già molte donne hanno ottenuto la patente di guida e si vedono a bordo delle loro automobili nelle strade di Riad.

Nel mese di giugno dello scorso anno è stata concessa anche la possibilità di effettuare viaggi all’estero senza dover avere il permesso del "custode".

Un ultimo obbligo che è stato eliminato è quello di avere un maschio della propria famiglia come accompagnatore quando una donna intendeva soggiornare in un albergo situato all’interno dell’Arabia Saudita. Mahommed bin Salman è a capo di un governo progressista e questo ha permesso di abolire alcune norme discriminatorie presenti in precedenza.

Le prossime mosse del governo saudita

Il governo progressista si muove nel solco di una sempre maggiore apertura al turismo e questo potrebbe portare ad altre mosse anti discriminatorie nel prossimo futuro.

Si parla infatti dell’abolizione dell’obbligo di indossare il soprabito nero chiamato abaya anche per le donne arabe dopo che questo obbligo è già stato abolito per le donne straniere. Sempre per quanto riguarda il turismo, il regno dell’Arabia saudita, a fine dicembre inaugurerà la sua prima "stagione turistica" a carattere internazionale aprendo agli stranieri delle aree che in precedenza erano off-limits come ad esempio la bellissima oasi di Al-Ula.

In Arabia Saudita resistono ancora controversie nel campo dei diritti umani

Mentre si apprezzano queste mosse effettuate da Mahommed bin Salman tendenti a mutare il volto del suo Paese, non si possono nello stesso tempo dimenticare le posizioni che la stessa Arabia Saudita mantiene ancora per quanto riguarda la difesa dei diritti umani.

Ad esempio nel luglio del 2018 alcune persone che manifestavano in difesa di questi diritti sono state arrestate e rinchiuse in carcere. Il processo a loro carico è ancora in corso e potrebbero essere condannate ad una pena massima di cinque anni di carcere.

Uno di questi attivisti inoltre è stato rinchiuso in isolamento e secondo alcune notizie riportate da organizzazioni non governative avrebbe subito in carcere delle torture sia dal punto di vista psicologico che da quello fisico. In alcuni casi anche le "femministe" che fanno proseliti per l'uguaglianza totale tra i due sessi sono state fermate ed arrestate per le loro attività.

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