L'Europa sta mettendo a punto un piano per l'etichettatura dei prodotti considerati cancerogeni e dannosi per la salute, come i salumi e la carne rossa.
Sta facendo decisamente discutere la decisione dell'Unione Europea sulle etichette anti-cancro che, fra il 2022 e il 2023, verranno applicate a cibi e bevande il cui eccessivo consumo favorirebbe, a detta degli esperti, l'insorgere di gravi malattie. Una decisione che vede nel mirino carni rosse e salumi e salva invece il vino in quanto ritenuto parte integrante dello stile di vita europeo. A insorgere ovviamente i produttori che ritengono ingiusta la direttiva in fase di approvazione. Ma vediamo meglio di cosa si tratta e quali sono i dati allarmanti che hanno portato a questa scelta.
Il 4 febbraio, in occasione della giornata mondiale contro il cancro, l'Unione Europea ha dato il via al piano anti-cancro, che dovrà essere operativo per il 2022-2023. Entro queste date sarà obbligatorio applicare su cibi e bevande, considerate cancerogene, un'etichetta simile a quella riportata sui pacchetti di sigarette. A preoccupare sono i dati registrati negli ultimi anni. Sembra infatti che solo lo scorso anno si siano ammalati di cancro 2,7 milioni di persone e ne siano morti 1,3 milioni. La Commissione Europea ha quindi stimato che, di questi passi e senza un intervento tempestivo, nel 2035 ci sarà un aumento dei casi del 35%, facendo del cancro la prima causa di morte negli Stati membri. Per questi motivi l'Unione Europea ritiene fondamentale la prevenzione, partendo proprio dalle abitudini alimentari dei cittadini. Questa decisione garantirà fondi agli Stati membri per 4 milioni di euro complessivi. A non essere affatto convinti però sono i produttori che si sono dimostrati sin da subito critici verso questa decisione e pronti a far sentire le loro ragioni.
Sembra che a finire nell'occhio del ciclone siano carne rossa e insaccati. In realtà, già da diversi anni, l'Associazione Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC) ha inserito le carni rosse e i salumi nella lista delle sostanze che possono causare il cancro. Dopo aver passato in rassegna 800 studi epidemiologici eseguiti in vari continenti, che dimostrano una stretta correlazione tra l'abuso di questi alimenti e l'insorgenza del cancro, l'AIRC ha inserito le carni processate tra i cancerogeni certi nel cosiddetto gruppo 1 (al pari dell'amianto, l'alcol etilico, il fumo, le radiazioni ultraviolette e il papilloma virus) e le carni rosse tra le sostanze probabilmente cancerogene per l'uomo (gruppo 2). Quindi, a partire dal 2023, sicuramente carne rossa e insaccati dovranno riportare la tanto discussa etichetta anti-cancro ma i produttori non sembrano d'accordo e si scagliano duramente contro questa decisione. Il presidente dell'Associazione Industriali delle carni e dei salumi aderente a Confindustria (Assica), Nicola Levoni, ha già ribadito che, così come acclarato anche dalla scienza, non sono i prodotti in sé a essere pericolosi ma un loro eccessivo consumo.
Il vino, fanno sapere dall'UE, non sarà sottoposto all'obbligo di etichettatura in quanto parte dello stile di vita europeo. Scelta che fa tirare un sospiro di sollievo ai produttori anche se la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, ha fatto sapere che presenterà una proposta di etichettatura obbligatoria per l'elenco degli ingredienti e dichiarazione nutrizionale delle bevande alcoliche. Tutto ciò allo scopo di fornire ai consumatori più informazioni possibili e favorire una scelta maggiormente consapevole.
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