Poke Bowl è un piatto tipico delle Hawaii nato per non sprecare i pezzi di pesce non adatto alla vendita. Una pietanza unica ora molto apprezzata e diffusa
Il Poke è apparso nei ristoranti hipster e radical chic da un decennio in Italia, fino a diventare oggi popolare per chiunque, grazie alla freschezza degli ingredienti e alla loro leggerezza.
Il termine Poke non è un nuovo anglicismo alla moda; si tratta di una specialità a base di pesce crudo marinato proveniente dalle isole Havaii.
Quando un piatto diventa un food trend, come nel caso del Poke, spesso dietro ai suoi ingredienti si celano storie uniche di sapienza ancestrale e rispetto per l’habitat.
Le migrazioni polinesiane, americane e giapponesi sulle isole Havaii hanno dato vita ad una ricetta cult che si è fusa negli anni con la tradizione originaria dei pescatori locali.
Il termine Poke significa tagliare a cubetti e rappresenta la routine hawaiana di consumare pesce crudo marinato, e condito con alghe e noci autoctone.
I tagli di pesce ritenuti non idonei a scambi commerciali venivano riutilizzati nell’alimentazione quotidiana, come forma di rispetto e gratitudine verso il generoso Oceano Pacifico.
Già dal 400 d.C. gli insediamenti polinesiani alle Hawai portarono avanti un concept di healthy food e di "no waste".
Con il passare delle migrazioni straniere la cucina locale divenne più fusion, integrando la poke bowl con riso, avocado, cipolle, aglio e carote.
Agli albori il piatto era composto da cubetti di tonno, salmone o polpo crudi marinati con alghe rosse dette limu, e un mix di noci kukui e sale marino.
Il Poke tradizionale dopo l’arrivo dei Giapponesi sulle isole Hawaii subì una trasformazione grazie all’aggiunta del riso e delle avvolgenti salse a base di soia, mirim e sesamo.
I surfisti americani degli anni ’70 a caccia di sogni e di novità rimasero affascinati dalla texture del pesce crudo abbinato a verdure salutari, spinte dal boost delle marinature esotiche.
La specialità hawaiana cominciò a diffondersi a New York nei menù dei ristoranti più trendy, finche’ negli anni ’90 lo Chef Sam Choy a Los Angeles decretò il successo internazionale del Poke, declinato in deliziose versioni gourmet.
Proclamato subito il Padrino del Poke, ha saputo unire i sapori delle Hawaii nelle sue bowls, nei poke burritos e nelle versioni vegan a base di tofu.
L’ascesa del Poke in Italia si colloca verso il 2017, momento propizio nel quale imprenditori lungimiranti debuttano con il primo ristorante I Love Poke a Milano.
In poco tempo il food trend si espande in tutta la penisola grazie alla catena di franchising a tema Cucina del Pacifico.
Rana Edward laureata ad Harward in Medicina con un dottorato in chimica farmaceutica è stata la vera supporter del progetto, consapevole che il Poke avrebbe portato benefici in termini di alimentazione salutare.
Il Poke ha un apporto calorico che varia tra le 300/400 calorie a porzione, a seconda del tipo di pesce utilizzato e della quantità di salse utilizzate per la marinatura. L’equilibrio tra la fonte di carboidrati, fibre e proteine lo rende un piatto salutare, adatto a tutti.
Se il tonno e il salmone sono prediletti comunemente nelle bowls, sarebbe comunque preferibile per un’alimentazione responsabile rispettare la stagionalità del pesce.
Tra i cereali che stanno alla base della preparazione del Poke spesso sono presenti risi originari, integrali, venere, basmati a chicco lungo, orzo e quinoa.
Per introdurre la bowl hawaiana in regimi dietetici è possibile sostituire i carboidrati con spaghetti o spirali di zucchine, fagioli verdi di soia edamame, o insalate di alghe a julienne.
La ricetta del Poke basic è facile e replicabile da chiunque.
È sufficiente lavare con acqua corrente il riso in modo che "spurghi" l’amido, e porlo a bollire in acqua fino ad assorbimento completo dei liquidi di cottura.
Per renderlo sticky basta mantenere la pentola coperta per 10 minuti. Il segreto "original" per sgranare il riso prevede l’aggiunta di 1 cucchiaio di aceto di riso.
La base proteica vede protagonisti cubetti da 2 cm circa di tonno, salmone o tofu per opzioni vegetariane.
La marinatura del pesce varia a seconda dei gusti personali, come pure la scelta della vinaigrette.
Salsa di soia e olio di sesamo, salsa Ponzu e Mirim sono i migliori condimenti per Poke, mutuati dalla cultura giapponese.
Le verdure più ricche di antiossidanti, fibre e omega adatte ad una bowl sono in primis l’avocado, la cipolla, il cetriolo, la carota, il rapanello e le varietà di alghe da idratare o in polvere.
L’impiattamento del Poke ha un ruolo molto importante nel senso di soddisfazione che i neurotrasmettitori invieranno al cervello.
L’armonia tra i colori e le forme è un quid in più per gustare e saziarsi con una specialità hawaiana nutriente e salutare.
Non perderti nemmeno un articolo Seguici su Facebook
Grazie! Il tuo commento è in approvazione
e verrà pubblicato entro un paio di ore.