Latte pastorizzato e sterilizzato: quali sono le differenze?

Cosa si intende per latte sterilizzato e latte pastorizzato? Come avvengono nel dettaglio i due processi? Che tipo di prodotto si ottiene? Scopriamolo insieme.

Con i termini di latte sterilizzato e latte pastorizzato si indicano due procedimenti molto differenti per ottenere un alimento adatto per le proprie esigenze.

Scopriamo le principali differenze, l'apporto nutrizionale e come vengono gestite le lavorazioni.

La differenza tra latte pastorizzato e latte sterilizzato

Quando si va al supermercato si fa principalmente attenzione nello scegliere il latte tra le tre principali tipologie ossia il latte intero, il parzialmente, scremato e quello scremato.

Tuttavia la differenza tra queste tre concezioni riguarda esclusivamente l'apporto nutrizionale con particolare riferimento al quantitativo di grassi presenti.

In realtà quando si acquista questo alimento indispensabile per la dieta di grandi e piccoli, è importante anche fare un'opportuna differenziazione rispetto al trattamento a cui viene sottoposto il latte.

Infatti si parla di latte pastorizzato e latte sterilizzato perché ci sono due trattamenti che permettono di ottenere delle caratteristiche differenti che poi rendono il prodotto adatto per le diete di bambini, ma anche di adulti.

Latte pastorizzato, come si ottiene

Il latte pastorizzato si ottiene attraverso un trattamento che prevede una temperatura piuttosto elevata perché è necessario eliminare possibili agenti patogeni presenti all'interno che potrebbero essere motivo dell'insorgere di malattie.

Questi batteri possono essere presenti perché durante la mungitura c'è un rischio elevato di contaminazione.

La più importante caratteristica della pastorizzazione è che nonostante il trattamento. si riescono a conservare le proprietà nutrizionali e quelle organolettiche.

Questo è possibile perché la temperatura in cui avviene la lavorazione si attesta intorno ai 71,7 gradi. La lavorazione per altro è molto breve perché si parla al massimo di 15 secondi. In realtà in alcuni casi si può anche abbassare il tempo durante il quale il latte viene trattato, ma si aumenta di conseguenza la temperatura che può arrivare anche a 80 gradi.

Quando si parla invece di latte fresco, il riferimento dell'aggettivo riguarda principalmente il fatto che la pastorizzazione viene effettuata entro 48 ore dalla mungitura.

Latte fresco pastorizzato di alta qualità, cos’è

Quando si effettua la pastorizzazione, il risultato finale è quello di avere il latte fresco pastorizzato di alta qualità. Da un punto di vista tecnico sarebbe quello che rispetta gli specifici vincoli e requisiti indicati nel decreto ministeriale numero 185 emanato nell'anno 1991.

Il più importante aspetto per definire il latte di alta qualità è che il quantitativo di sieroproteina non denaturata deve essere almeno pari al 15,5%. Per riuscire ad avere questo genere di riscontro, è possibile pensare a un processo di pastorizzazione che avviene a una temperatura leggermente più bassa come i 69 gradi.

Non ci sono contraccolpi per quanto riguarda la qualità del prodotto anche perché tale temperatura è comunque sufficiente a eliminare batteri e tutti gli agenti patogeni che possono essere presenti nel prodotto.

Il latte sterilizzato, il procedimento

Il trattamento che viene eseguito invece in caso di latte sterilizzato è molto differente.

Infatti le temperature vengono elevate con il duplice obiettivo da un lato di eliminare gli agenti patogeni e dall'altro di ottimizzare la conservazione facendola diventare ben più lunga.

La sterilizzazione del latte avviene a una temperatura che va da un minimo di 116 fino a un massimo di 120 gradi, mentre la durata è intorno ai 20 minuti. Un'altra differenza sostanziale con la pastorizzazione riguarda le tempistiche entro cui la sterilizzazione viene effettuata dal momento della mungitura. In particolare in questo caso viene effettuata non appena si è conclusa la mungitura.

Come detto il principale vantaggio è di avere una lunga conservazione che può arrivare intorno ai 6 mesi.

Se invece sulla confezione di vendita viene riportata la dicitura latte sterilizzato UHT, vuol dire che il trattamento è stato effettuato a temperature ancora più alte tra 131 e 150 gradi per un lasso temporale di 5 secondi.

In quest'ultimo caso però la conservazione è meno importante perché si parla di un periodo che oscilla tra i 90 e i 180 giorni. L'aspetto negativo del latte sterilizzato è che invece si perdono le principali proprietà nutritive e in particolare le vitamine idrosolubili, la vitamina B1, la vitamina B12 e l’acido folico.

Latte microfiltrato

Volendo essere esaustivi e precisi, è necessario dire che c'è anche una terza tipologia di latte per quanto riguarda la procedura di trattamento non appena viene completata la mungitura.

Si tratta del latte microfiltrato. In pratica si va a modificare la flora microbica del latte con delle membrane e quindi c'è una sorta di filtraggio del prodotto per abbattere il quantitativo di batteri.

Volendo semplificare il discorso, il latte microforato corrisponde a un latte pastorizzato però a temperature molto più basse.

C'è un duplice vantaggio perché il latte risulta essere più ricco di sostanze nutrienti e inoltre il tempo di conservazione arriva a 12 giorni.

Un prodotto di qualità che fa bene certamente ai bambini che hanno necessità di sostanze nutritive e a persone che non hanno difficoltà circa il rapporto con i grassi.

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