Latte scremato, parzialmente scremato e intero: quale è meglio scegliere?

Latte intero, scremato o parzialmente scremato: come orientarsi sulla scelta? Quali sono le differenze e le caratteristiche principali?

Sul mercato sono disponibili molte alternative per gli amanti del latte.

Dall'intero fino a quello scremato, passando per il popolare parzialmente scremato che rappresenta una via di mezzo: ognuna delle principali tre categorie si distingue dalle altre per contenuto di grassi e altri elementi.

All'interno di questo approfondimento esploriamo quali sono le differenze tra latte intero, parzialmente scremato e scremato, sottolineando inoltre l'importanza di adattare la scelta in base al fabbisogno calorico e alle caratteristiche personali.

Latte intero, parzialmente scremato e scremato: quali sono le differenze?

Tra le tre tipologie di latte esistono differenze che, come suggerisce del resto il nome stesso, riguardano prevalentemente la quantità di grassi presenti all'interno del liquido.

Prendendo come unità di misura standard 100 g di latte, nella versione non alterata, ovvero quella intera, vi sono circa 3,6 grammi di grassi per un apporto calorico di 64 calorie.

Il latte parzialmente scremato invece a parità di quantità contiene la metà dei grassi per 40 calorie.

Chi sceglie il latte parzialmente scremato può dunque già godere di benefici importanti, soprattutto se segue un regime alimentare ipocalorico, oppure deve tenere sotto controllo alcuni valori come il livello di colesterolo.

Nei casi in cui l'alimentazione debba essere particolarmente regolamentata, è possibile optare per il latte scremato, al cui interno sono presenti solo 0,3 grammi di grassi per un apporto calorico di appena 34 calorie.

Per gli amanti dello sport e in generale tutti coloro che sono attenti e gruppi di macronutrienti è importante notare che tra le tre tipologie di latte non viene alterata la quantità di proteine, anche se il latte intero trattiene alcune vitamine importanti come ad esempio la A.

Intero, parzialmente scremato o scremato: quale scegliere?

Gli individui che devono seguire un regime alimentare restrittivo in termini calorici, oppure hanno bisogno di limitare i cibi che contribuiscono a far aumentare il colesterolo, dovrebbero puntare senza indugi sul latte parzialmente scremato o scremato.

Tuttavia è fondamentale sottolineare che il latte intero non è una bevanda che deve essere totalmente esclusa dalla dieta, in quanto è ricca di sostanze nutritive che apportano numerosi benefici all'organismo.

Tra questi spicca in particolare una riduzione delle probabilità di incorrere in malattie cardiovascolari.

Inoltre, dato che nel processo di scrematura vengono eliminati non solo i grassi ma anche elementi preziosi, è importante notare che nel latte intero si trova una concentrazione di vitamina B di tre volte superiore a quella della versione light.

Per quanto riguarda l'alimentazione dei bambini non esistono linee guida assolute, se non quelle di prediligere il latte pastorizzato rispetto alla versione a lunga conservazione.

Tuttavia, quando il bambino mostra una notevole inclinazione per i dolci, forse è preferibile abituarlo al gusto del latte parzialmente scremato o scremato già dalla tenera età.

Oltre la salute: digeribilità e uso in cucina

Non si tratta di una decisione che deve essere guidata solo dall'apporto calorico desiderato nel corso della giornata e dei macro-nutrienti ideali per la propria dieta.

Quel che può orientare la scelta tra latte intero, parzialmente scremato e scremato è anche la digeribilità.

Spesso le persone che hanno uno stomaco particolarmente sensibile tendono a non digerire con grande facilità il latte intero, mentre possono affrontare meglio la versione scremata.

Quest'ultima invece risulta meno adatta a essere impiegata in diverse preparazioni culinarie, in special modo nelle ricette che indicano la necessità di latte intero. La maggiore concentrazione di grassi nel liquido porta non solo a un gusto più intenso, che si traduce di conseguenza in pietanze molto più saporite, bensì influisce direttamente anche sulla consistenza dei piatti.

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