Ci sono alimenti che vengono comunemente considerati benauguranti e portafortuna. Ecco 10 cibi da mettere in tavola per richiamare a sé la buona sorte!
I riti propiziatori a base di cibi che portano fortuna sono giunti fino a noi da tempi remoti e da terre lontane.
Tutti gli alimenti di buon augurio sono accomunati da significati simbolici che riportano al desiderio ancestrale di abbondanza e salute.
Che sia solo per scaramanzia o folklore nessuno vuole rinunciare ad una good vibration sulla tavola delle feste.
Già ai tempi dei romani, le lenticchie (la prima varietà di legumi coltivata nella storia) erano servite in tavola il giorno del Solstizio d’Inverno. Il loro colore dorato e la forma rotonda le fanno assomigliare a delle monetine.
L’idea di investimento e di abbondanza evocato dai legumi è ancora oggi un valido motivo per cucinare questo alimento porta fortuna.
Appendere una Melagrana in casa, mangiarla o cucinarla fa parte di una tradizione dei cibi di buon augurio.
A Giunone e Venere nella Grecia Antica era stato consacrato questo frutto, rosso come il cuore e pieno di succosi acini.
Grazie a questa allegoria continua ad essere un simbolo di fertilità e abbondanza economica.
Gettare con forza sulla soglia di casa una melagrana, e contare quanti chicchi sono fuoriusciti dal guscio darà la misura della ricchezza a venire per il nuovo anno.
Quando l’abitudine di consumare determinati cibi propiziatori si tramanda di generazione in generazione significa che il simbolo appartiene a tutti gli effetti all’immaginario collettivo che unisce gli animi umani.
La forza evocativa di antiche libagioni sacre e profane con grappoli d’uva a profusione, insieme alle immagini di abbondanti vendemmie sono icone di prosperità e fortuna.
Mangiare 12 acini, uno per ogni mese del nuovo anno, attrae la realizzazione dei sogni e suggella il successo delle realizzazioni appena concluse.
Tra le specialità della buona sorte primeggiano i dolcetti in marzapane, che tanto sono legati alla tradizione siciliana.
In realtà furono gli Arabi ad introdurre la pasta di mandorle nella panificazione; successivamente le suore del Convento di Martorana perpetuarono nei secoli le ricette porta fortuna.
In Germania è usanza riprodurre un maialino di Marzapane da offrire ai commensali, soprattutto ai vegetariani.
Una tradizione mutuata dall’America e affermatasi anche in Europa prevede di portare in tavola grandi foglie di bietola e mangiarle fino alla costa più legnosa.
Il colore e la forma di questa verdura invernale rievoca il verde dei bigliettoni di grande taglio come i Dollari e i 100 Euro. Tra le pietanze che portano fortuna le bietole sono di gran lunga le meno caloriche; si dice che più se ne mangeranno e più la congiuntura economica sarà prospera.
Gli alimenti che si portano in tavola per le feste spesso ci aiutano ad esorcizzare con leggerezza i pensieri negativi.
Le simbologie legate ad alcuni animali hanno sempre connotazioni legate alla loro postura; devono muoversi in avanti, vincere nel branco e sfidare le correnti.
Il maiale per molte culture anche asiatiche è un simbolo di coraggio e di caparbietà. Ma senza volere svilire il mito, questo animale più di tutti rappresenta la ricchezza del grasso, l’opulenza e la possibilità di utilizzane ogni singola parte, senza spreco alcuno.
I Greci lo offrivano a Demetra in cambio di abbondanza e prosperità; per i Cinesi rappresenta la felicità; in nord Europa è offerto a tavola ma riprodotto in marzapane.
Non è un caso che ancora oggi i salvadanai per gettare le basi di una futura ricchezza siano fatti a forma di maialino.
Tra i rituali più sfiziosi per scacciare la malasorte e attirare frequenze positive c’è quello di consumare ciambelle con il buco o comunque biscotti di forma circolare, prima del Nuovo Anno.
Oltre alla felicità ancestrale che solo i dolci sanno rievocare esiste anche un’allegoria molto potente dietro a questa vecchia abitudine culinaria. Il cerchio è da sempre considerato una forma perfetta, il simbolo di un percorso iniziato e concluso con successo; la fine di un ciclo e l’attesa speranzosa di una nuova "giornata" prospera.
I cibi che portano fortuna sono quelli che hanno da sempre garantito la sopravvivenza delle popolazioni anche in condizioni avverse.
Le castagne offrivano il cosiddetto pane d’albero, alimento di facile conservazione e altamente calorico.
Nel corso della storia i francesi resero onore alla castagna brevettando il famoso marron glacé diventato un modo chic di scambiarsi doni e auguri festivi.
L’archetipo del guscio con le spine che difende il frutto interno è la vera ragione del rito propiziatorio di fine anno: una forte richiesta di protezione superiore.
Da secoli i frutti protetti da un guscio vengono considerati talismani contro malanni e sortilegi.
La frutta secca era addirittura il componente chiave del banchetto di nozze degli sposi novelli; le simbologie benaugurali e la reale scarsità portarono le noci e i fichi in auge come cibi portafortuna.
Se nell’immaginario l’amuleto per eccellenza è il cornetto rosso, per estensione il peperoncino è dotato di altrettanti poteri scaramantici.
Il colore rosso che rappresenta la forza vitale e l’appetito verso le novità esprime nel frutto piccante la propensione alla fortuna. La somiglianza con i corni che i guerrieri sfoggiavano sui loro copricapi consacra il peperoncino a cibo cult contro il malocchio. Che sia un ciondolo, o una decorazione centrotavola, non fatelo mancare per le feste di fine anno.
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