Brexit: è boom per le scorte alimentari

Il 31 dicembre prossimo è la data del definitivo distacco del Regno Unito dall’Unione Europea, conosciuto da tutti con il nome di "Brexit".

Brexit: è boom per le scorte alimentari
  Photo credits: winenews.it

Il 31 dicembre prossimo è la data del definitivo distacco del Regno Unito dall’Unione Europea, conosciuto da tutti con il nome di "Brexit". 

Paura dei rincari e dei dazi sulle merci

In vista della Brexit i cittadini britannici sono attenti ad evitare i rincari dei dazi e dei prezzi delle scorte alimentari provenienti dai paesi dell’Unione Europea e questa paura ha portato, nei giorni scorsi, ad una notevole impennata del traffico dei mezzi di trasporto, specialmente nelle strade della zona tra Dover e Folkestone.

Già in precedenza il governo inglese aveva invitato i cittadini ed i supermercati inglesi a procurarsi una scorta di alimenti in vista della Brexit, specialmente per quelli freschi.

Tra lunedì e martedì scorsi, nel punto di attracco dei traghetti che collegano l’isola al continente e in quello di arrivo del tunnel che passa sotto il canale della Manica l’ingorgo è stato da record e le preoccupazioni per l’inizio della "fase di transizione" stanno aumentando. 

Gli effetti indesiderati

Gli abitanti del Kent, la zona interessata dalle code, si stanno già lamentando per questo effetto indesiderato della Brexit, che potrebbe portare, oltre all’aumento esponenziale del traffico, anche altri disagi come i possibili comportamenti degli autisti che, costretti per ore a restare fermi in coda, potrebbero trasformare le zone circostanti alle strade in "latrine" all’aperto.

Un altro problema riguarda i parcheggi, che si dovrebbero realizzare per la sosta dei mezzi di trasporto.

Nello stesso tempo arrivano anche le lamentele dei camionisti, che attaccano principalmente la paradossale regola inserita negli accordi per la Brexit, secondo la quale chi raggiunge il continente provenendo dal Regno Unito non può portare con sé nemmeno un "sandwich" dato che prosciutto e formaggio sono merci soggette a delle restrizioni doganali, con la conseguenza di doversi sfamare sono con delle barrette.

Il Premier inglese, Boris Johnson, in una dichiarazione rilasciata su questi temi, ha sostenuto che i negoziati con l’Unione Europea stanno continuando ma sicuramente il tempo rimasto per evitare che le code aumentino e si mantengano stabili è poco, visto l’avvicinarsi minaccioso del 31 dicembre.

Tra i cibi di cui i cittadini inglesi fanno maggiore scorta ci sono certamente quelli italiani, che rappresentano una delle voci importanti per quanto riguarda l’export dell’Italia verso il regno Unito. Già nello scorso anno si erano registrati incrementi percentuali a due cifre in questo settore e la tendenza non si è esaurita anche se, come tutti i settori, anche quello dell’export agroalimentare ha subito gli effetti negativi della pandemia.

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