Un recente studio americano ha identificato i 4 alimenti che rendono vani i sacrifici per seguire una dieta sana e il mantenimento del peso forma
Uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine" ha rivelato quali sono i quattro alimenti che fanno ingrassare di più: nella ricerca apparsa sulla rivista della "Massachusetts Medical Society" tuttavia si spiega che patatine fritte, bevande zuccherate, carne rossa e patate non sono gli unici cibi responsabili dell'insorgenza di malattie metaboliche legate all'alimentazione, ma quelli che hanno un rapporto diretto con l'aumento di peso e rendono vani gli effetti di attività fisica e diete.
L'individuazione di questi cibi, nel novero degli alimenti ipercalorici e ad elevato contenuto di grassi, è stata possibile studiando le abitudini di 120mila volontari nell'arco di due decenni: nella "black list" degli alimenti di cui si dovrebbe ridurre il consumo ci sono le patatine fritte, sia quelle servite nei fast food sia quelle che troviamo abitualmente nei sacchetti. Anzi queste ultime, se possibile, hanno un contenuto di calorie maggiore perché durante il processo di preparazione vengono fritte in oli più ricchi di grassi saturi che, come è noto, aumentano il rischio cardiometabolico. Inoltre le patatine in sacchetto contengono un quantitativo di sale maggiore e sono sconsigliate per chi soffre di ipertensione: dunque il loro consumo andrebbe evitato, specie nel corso di aperitivi e feste quando si cede facilmente alla tentazione di qualcosa di salato e gustoso.
Il secondo alimento da evitare sono le bibite zuccherate, e segnatamente quelle gassate. Sovente il consumatore non presta attenzione ai quantitativi di zuccheri aggiunti e indicati sull'etichetta: valori a volte così elevati che sarebbe preferibile sostituire una di queste bevande con una fetta di dolce. Inoltre queste bibite creano una sorta di dipendenza e di consumo incontrollato a causa del senso di benessere che si sprigiona a seguito di alcune complesse reazioni chimiche: la conseguenza è un aumento del glucosio nel sangue e un eccesso di energia che alla lunga danneggia il metabolismo e ha ricadute a livello cardiovascolare. Per non aumentare il rischio di diabete, obesità e altre patologie metaboliche il consiglio è di preferire l'acqua, tutelando anche i bambini che sono più esposti alle carie: l'alternativa, se si è in casa, sono thè freschi e acque aromatizzate con limone o menta, spremute e infusi.
Nello studio si invita a fare attenzione anche alla carne rossa e ai salumi, dato che contengono un alto quantitativo di grassi saturi e sale. Ovviamente, a differenza dei precedenti alimenti, questi sono contemplati non solo nella dieta mediterranea ma persino nei regimi alimentari di chi vuole dimagrire: tuttavia la regola aurea è di limitare il consumo di carni rosse o insaccati a due volte alla settimana, preferendo quelle bianche o la bresaola che ha un basso contenuto di grassi (3%) ed elevata digeribilità. Limitare l'assunzione di carni rosse a tavola è importante dato che sono già presenti nella nostra dieta senza che ce ne accorgiamo: basti pensare ai salumi contenuti nel classico panino, ai cubetti di pancetta, agli hamburger e agli insaccati 'nascosti' nei prodotti da fast food.
Infine nella lista degli alimenti che fanno ingrassare di più ci sono le patate, intese stavolta come i tuberi che utilizziamo in cucina. In questo caso è bene precisare che le patate sono consigliate nella dieta e hanno notevoli effetti benefici, ma non si deve sottovalutare il loro indice glicemico (hanno anche un veloce assorbimento) oltre che il contenuto calorico. I nutrizionisti consigliano di consumarle due volte a settimana e di non accompagnarle a pasta, riso e pane, ma di sostituirle a questi dato che sono tutti cibi ad alto contenuto di amido: le patate infatti non vanno eliminate dalla dieta poiché contengono vitamina C, fibre e sali minerali. Il segreto sta nella preparazione: anziché fritte, andrebbero lesse o bollite con poco condimento e un filo d'olio, magari mangiandole con la buccia perché è ricca di potassio e acido clorogenico.
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