Vigilia, Natale, Capodanno: il totale stimato di spreco alimentare è pari a più di 500mila tonnellate, che corrisponde a circa 80€ per ogni famiglia italiana.
Lo spreco alimentare è una delle problematiche delle quali si discute più frequentemente all’interno delle famiglie italiane.
Secondo uno studio che è stato effettuato da Ener3Crowd, il periodo natalizio, con la sua abbondanza di cenoni, pranzi ed occasioni di far festa, è uno di quelli che creano maggiore spreco.
La stima sulle quantità di cibo che si "butteranno via" nel periodo delle feste è arrivata a circa 300mila tonnellate.
In linea generale nel nostro Paese le quantità di cibo sprecate in un anno sono enormi. In termini di valore assoluto si raggiungono i 17 miliardi di euro, una cifra che è pari all’1% del Pil.
Di questa cifra, 14 miliardi sono quelli relativi a cibi già preparati che non vengono poi in tutto o in parte utilizzati, mentre gli altri 3 miliardi sono relativi agli sprechi che si generano nella filiera di preparazione.
Un altro dato fondamentale è quello dello spreco pro capite di ogni italiano che ogni settimana spreca circa 800 grammi di cibo, che corrispondono a circa 17 euro per persona su base mensile.
Un danno enorme sul quale è necessario riflettere approfonditamente per cercare una soluzione positiva al problema, visto che lo spreco genera anche maggiore inquinamento atmosferico.
Il dato calcolato dagli esperti è di 4,2 tonnellate di CO2 prodotte da ogni tonnellata di cibo sprecato e trasformato in rifiuto alimentare. Una buona regola per evitare lo spreco alimentare è quella di "prevenirlo", controllando sempre i cibi che sono disponibili in casa prima di acquistarne dei nuovi, ma anche quando questo non avviene si deve cercare di riutilizzare al massimo gli avanzi e recentemente sono state rese disponibili anche alcune "app" che forniscono consigli utili.
Il problema dello spreco alimentare è stato esaminato da un gruppo di esperti appartenenti a Eber2Crowd, una azienda che si occupa di "lending crowdfunding energetico" ed ha esaminato i possibili sprechi dovuti a cenoni della vigilia, cenoni di fine d’anno, pranzi di Natale e similari.
Il totale stimato di spreco alimentare è pari a più di 500mila tonnellate, che corrispondo ad una cifra ci circa 80 euro per ogni famiglia italiana. Secondo gli analisti, se l’importo dello spreco di ogni abitante del nostro Paese fosse dedicato alla sostenibilità e all’implementazione di progetti dedicati alla salute, si potrebbe contare su un "tesoretto" del valore di 13 miliardi di euro nel 2019, con previsioni di crescita annuale di circa il 6%.
Se questi importi fossero dedicati a investimenti sostenibili nel settore dell’ambiente, si potrebbe generare una rendita del 28%, un tasso di crescita che non si ottiene nemmeno con prodotti finanziari "speculativi". Un esempio che fa capire come siano estese le potenzialità di una economia mirata al "green".
Nel suo esame dello studio condotto da Ener2Crowd, uno dei fondatori, nonché "chief sustainability officer", Giorgio Mottironi, ha evidenziato che le aziende del nostro Paese hanno iniziato da tempo a "fare la loro parte", ma come nello stesso tempo esistono ancora sensibili margini di miglioramento.
Mottironi continua dicendo che mai prima di questo momento è stato evidente che l’essere sostenibili comporta anche un indubbio vantaggio economico, opinione confermata anche da un altro dei fondatori dell’azienda, Niccolò Sovico.
In queste feste natalizie, proprio per ridurre l’impatto ambientale dovuto agli sprechi alimentari, Ener2Crowd sta collaborando con le organizzazioni che li combattono, passando per varie azioni, come quella della scelta dei cibi, oltre che quelle di utilizzo dei mezzi di trasporto, dell’illuminazione e delle decorazioni.
Proprio il Natale, secondo Ener2Crowd può essere il vero e proprio periodo migliore per dare uno stimolo maggiore alle pratiche sostenibili, contro lo spreco e a favore dell’ambiente.
Una delle pratiche suggerite è quella di ridurre anche gli sprechi di energia tramite le nuove tecnologie, come ad esempio le lampade a led che oltre a consumare circa il 20% dell’energia che consumano le lampade vecchio stile, ad incandescenza, hanno una durata nel tempo 30 volte maggiore. La scelta di utilizzare queste tipologie di lampade nell’ultimo anno ha consentito quindi di ridurre le emissioni in atmosfera di CO2 di oltre 600 milioni di tonnellate.
Non perderti nemmeno un articolo Seguici su Facebook
Grazie! Il tuo commento è in approvazione
e verrà pubblicato entro un paio di ore.