Chi era davvero l'uomo baffuto della Birra Moretti?

Un docente universitario ha indagato sulle origini dell'uomo baffuto che compare nelle etichette della famosa Birra Moretti da oltre un secolo. Ecco la storia

Avete presente lo storico volto che ha fatto da testimonial ad una delle bionde più conosciute del Bel Paese? Ebbene, l'anziano signore con i baffi ritratto sull'etichetta della birra Moretti non è friulano, come per molto tempo ci hanno fatto credere, ma le sue origini sarebbero ben diverse. A ricostruire la vera storia di uno dei volti che, per anni, ha tenuto compagnia agli italiani a tavola è stato Stefano Buiatti, docente di tecnologia della birra dell'Università di Udine che non ha voluto fermarsi alla ''romantica leggenda'' che ci hanno propinato ma è voluto andare a fondo della questione scoprendo una realtà del tutto inaspettata, quanto curiosa.

Il Baffone della birra Moretti: la leggenda

La leggenda narra che l'elegante signore riprodotto sull'etichetta della birra Moretti, in abito verde scuro, bel cappello, enormi baffi e uno sguardo che sembra custodire mille racconti, fosse il signor Tresésin, immortalato da Lao Mannezzi Moretti al ristorante Boschetti di Tresésin (o per una differente versione, il signor di Collerumiz di Tarcint fotografato alla stazione ferroviaria di Tarcint) alla fine della seconda guerra mondiale. Ma, andiamo per gradi.

Era il 1940 e la birra Moretti era già bevuta in tutto il Friuli da oltre 80 anni, quando Lao Mannezzi Moretti individuò in un signore seduto al ristorante Boschetti di Tresésin il personaggio giusto per rappresentare la sua birra. Allora, si avvicinò, gli chiese se poteva scattargli una foto e cosa avrebbe voluto in cambio per il disturbo. Il Baffone, a quel punto rispose ''ch'al mi dedi di bevi, mi baste''. La foto, dopo la guerra, fu consegnata alla cartellonista Segala che realizzò il cartellone pubblicitario diventato poi il simbolo della birra italiana conosciuta in tutto il mondo.

La vera storia del Baffone secondo il professore 

Seppure affascinante e decisamente ben confezionata, la cronaca appena narrata non è la vera storia del baffone nazionale (e anche su quest'ultimo punto, come vedremo tra poco, c'è parecchio da discutere). In una recentissima intervista rilasciata a radio rai FVG il professor Stefano Buiatti, docente di tecnologia della birra all'università di Udine, afferma, prove alla mano, che la vera storia dell'etichetta Moretti e dell'uomo ritratto è del tutto diversa da quella che, per quasi un secolo, c'è stata raccontata.

La foto, in realtà, è stata scattata in una locanda vicino a Innsbruck, nel Tirolo, da una fotografa tedesca, Erika Groth Schmachtenberger. A comprovare ciò c'è un'altra foto che ritrae il famoso baffone seduto su una panchina della stessa locanda. Una volta arrivata in Italia e scoperti i cartelloni pubblicitari, la fotografa chiese spiegazioni all'azienda italiana Moretti dando inizio ad una fitta corrispondenza che durò diversi mesi e le cui copie, ancora oggi, sono conservate nell'archivio Puntin Gognan. Questo contenzioso si concluse poi con la cessione dei diritti d'immagine, da parte della fotografa tedesca, intorno agli anni 50', per 37.200 lire. Il famoso Baffone nazionale simbolo della birra Moretti, quindi, non sarebbe neanche friulano bensì austriaco.

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