L'uva è uno dei frutti più contaminati e il semplice lavaggio sotto l'acqua non è sufficiente ad eliminare i pesticidi presenti. Ecco come fare per pulirla
La maggior parte delle persone si limita a sciacquare l'uva sotto l'acqua corrente del rubinetto pensando di eliminare gli elementi nocivi, in realtà non è sufficiente l'acqua per togliere davvero i pesticidi dagli acini.
Fitofarmaci, anticrittogamici, insetticidi e antiparassitari teoricamente vengono utilizzati per fini di grande utilità, per proteggere frutta e ortaggi da piaghe che comprometterebbero il raccolto; ma in realtà possono pregiudicare seriamente la salute del consumatore finale.
Quali metodi home made sono efficaci per eliminare qualsiasi traccia di prodotto chimico dall’uva di stagione?
Quanto tempo serve per essere sicuri che l’uva sia pulita e salutare?
I pesticidi sono ricchi in metalli pesanti come il mercurio, il piombo e il cadmio; se accumulati nell’organismo possono provocare patologie serie come il diabete, il cancro e problemi della tiroide.
Secondo il ranking "Dirty Dozen" di EWG l’uva si trova al 6° posto tra i frutti e le verdure con più residui chimici sulla buccia.
Il report evidenzia che quasi il 70% dei prodotti vegetali possiede tracce di circa 230 pesticidi diversi.
È lecito quindi preoccuparsi per il consumo di frutta e verdura e sapere esattamente come eliminare i pesticidi dall’uva.
Gli effetti degli antiparassitari sulla salute sono cumulativi nel tempo e possono pregiudicare il sistema nervoso e addirittura comportare alterazioni fetali; per questo per proteggere l’organismo è bene igienizzare l’uva prima di mangiarla.
Per igienizzare correttamente l’uva ed evitare che permangano residui chimici anche dopo il lavaggio è necessario conoscere alcune astuzie:
1° step - Disporre in frigorifero l’uva non lavata.
Bisogna trattare solamente la porzione di frutta che si desidera consumare in poche ore per evitare che l’umidità acceleri la decomposizione degli acini.
Se possibile è meglio mantenere il grappolo nella vaschetta originaria di acquisto.
2° step – Separare la porzione ottimale e lavare bene con acqua corrente fredda per 30 secondi, sfregando delicatamente più acini possibili.
Questa semplice azione meccanica è in grado di rimuovere già il 50% dei batteri e dei pesticidi.
3° step – Collocare l’uva in un recipiente pieno d’acqua e bicarbonato nella proporzione 3 a 1 e lasciare agire il detox naturale per 5 minuti.
Sciacquare e asciugare con carta assorbente.
Si consiglia di non effettuare i passaggi nel lavandino poiché cariche batteriche presenti in aree molto usate potrebbero invalidare l’igienizzazione dell’uva.
Prima di passare a metodi efficaci per togliere i pesticidi dall’uva è necessario rimuovere dal grappolo acini graffiati o decomposti, che porterebbero nell’acqua di lavaggio batteri e residui impossibili da eliminare.
Per ottenere un’igienizzazione più profonda si consiglia di utilizzare anche una concentrazione 3 a 1 di acqua e aceto di mele; meglio che la temperatura dell’acqua si avvicini il più possibile a quella del grappolo.
Mantenendo la frutta in immersione nel composto 100% naturale, per almeno 10 minuti, il 95% dei prodotti chimici sarà eliminato dalla buccia e dal picciolo.
Generalmente l’area più vulnerabile ed esposta agli anti crittogamici è proprio il graspo, quindi per una pulizia davvero ineccepibile si potrebbe vaporizzare la soluzione di acqua e aceto di mele con un comune spruzzino spray.
Dopo un risciacquo persistente di 30 secondi sotto un getto d’acqua fresca ogni sentore di aceto sparirà, come pure la presenza di residui nocivi.
Se si pensa alla filiera alimentare e a tutta la strada che l’uva fa prima di arrivare in tavola è necessario davvero igienizzare i grappoli prima di gustarne ogni acino succoso.
Tra le varie specie di uva che cominciano ad apparire sugli scaffali è preferibile scegliere quelle con acini a buccia spessa, nei quali il pesticida non è riuscito a penetrare fino alla polpa.
In caso di dubbi si può procedere ad un’igienizzazione profonda a base di acqua e limone sempre nella proporzione 3:1 e lasciare in ammollo la frutta per ben 15 minuti.
Se il sentore citrico vagamente persistente sulla buccia dovesse infastidire il consumatore finale, si consiglia di indugiare qualche minuto in più nel risciacquo dell’uva in acqua corrente.
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