Una ricerca ha dimostrato che i giovanissimi, ovvero la generazione z, sono attenti all'alimentazione e all'ambiente prediligendo cibo a km 0 e sostenibile
Una recente analisi di AstraRicerche ha dimostrato un interesse crescente da parte dei giovani riguardo la provenienza dei cibi e il loro impatto ambientale.
La cosiddetta generazione Z, giovani compresi tra 15 e 25 anni, sembra preferire alimenti locali in favore della sostenibilità.
È per questa ragione che i ragazzi visitano fiere a tema e sono alla ricerca di nuove esperienze alimentari.
Questa maggiore attenzione è in crescita, di pari passo con la cura dell'ambiente in cui viviamo.
La stragrande maggioranza dei giovani ha infatti compreso quanto sia fondamentale rispettare e salvaguardare la Terra.
In particolare la motivazione trainante nella scelta di prodotti alimentari sostenibili è la tutela dell'ambiente, seguita dal tema economico e infine sociale.
Per molti anni è prevalsa la filosofia del consumo fine a se stesso, abbiamo attinto dalle risorse naturali senza limiti.
Solo recentemente è venuto alla nostra attenzione la necessità di preservare le risorse terrestri per le future generazioni. In quest'ottica spicca l'impatto sul pianeta della filiera agroalimentare.
Questo campo, fra tutti indispensabile alla nostra sopravvivenza, impatta di gran lunga sulla sfera sociale, economica e ambientale.
È proprio di quest'ultimo aspetto che sembrano preoccuparsi di più gli italiani, con una maggioranza di donne (+8%).
Si è, per fortuna, diffusa l'idea di una produttività circolare, che rispetti i tempi e le quantità naturali senza danneggiare il sistema.
Il territorio italiano si distingue da tempo immemore per le differenze tra Nord e Sud a cui bisogna guardare con orgoglio.
Il fatto che il nostro territorio non sia omologato ci ha permesso di preservare le peculiarità territoriali.
Così ci ritroviamo una spiccata preferenza per le tradizioni culinarie al Sud, che rimane legato profondamente al territorio e un Nord che valorizza le eccellenze locali.
Il marchio DOP sta per denominazione di origine protetta e indica un prodotto le cui caratteristiche dipendono prevalentemente dal territorio in cui viene realizzato.
A differenza, il marchio IGP indica i prodotti per i quali è indispensabile alla resa l'origine delle materie prime e sta per indicazione geografica protetta.
Entrambi sono considerati indici di qualità e orientano gli acquisti dei consumatori italiani.
Un'importante fetta di consumatori preferisce, infatti, i prodotti certificati e Made in Italy, ritenuti sicuri e garantiti.
Sono più noti e anche numericamente più certificati i prodotti del Sud, con particolare riferimento a Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
Negli ultimi anni si è diffuso, nostro malgrado, il pericolo delle frodi riguardo la provenienza dei prodotti che consumiamo.
Nel 2020 sono aumentate del 17% le importazioni di derivati di pomodoro dalla Cina che è il principale fornitore dell'Italia in tempi di Covid.
È un dato preoccupante, unito al sequestro da parte dei Carabinieri di 4447 tonnellate di pomodoro importato etichettato come 100% italiano.
È fondamentale agire per la tutela agroalimentare e preservare il marchio Made in Italy dalle frodi che impattano negativamente sulla qualità.
Acquistare prodotti a km 0 è il primo passo che tutti possiamo compiere per indirizzare le produzioni che preferiamo e avere sulla tavola cibo di qualità e naturale.
Così facendo avremo modo di abbattere i costi, grazie all'eliminazione di intermediari.
È possibile rivolgersi a mercati contadini locali o a punti di vendita diretti.
Naturalmente dovranno cambierà di conseguenza le modalità di conservazione di questi prodotti che saranno freschissimi e pronti al consumo.
Un fattore di cui tenere in considerazione è l'aspetto di questi prodotti che molto probabilmente saranno diversi dai cibi industriali cui siamo abituati.
Il colore e l'aroma saranno meno intensi e artificiali, compensati da un'esplosione di gusto e sapori.
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