La rivista Il Salvagente ha pubblicato le analisi condotte su alcune marche di pasta italiana relative al contenuto di glifosato. Ecco le marche peggiori
Nel corso del 2020 si è registrato un sensibile aumento delle importazioni di grano canadese e per la fine dell’anno è previsto che il quantitativo totale tornerà ai livelli che erano stati raggiunti nel 2016. Con il ritorno all’uso massiccio di grano proveniente dal Canada nella pasta italiana è tornato anche il glifosato. Una indagine ha svelato che i prodotti di 7 dei 20 marchi analizzati contengono il glifosato.
1,1 miliardi di chili di grano canadese che rappresentano una parte predominante rispetto ai 2,5 milioni di chili che verranno importati in totale dal nostro Paese quest’anno. Questi sono i dati che raccontano perché nella pasta italiana sta prepotentemente tornando il glifosato. Nel numero di dicembre della rivista "Il Salvagente" sono contenute le analisi, effettuate in laboratorio, che hanno interessato 20 diverse marche di spaghetti e che portano a dei risultati importanti. Infatti studiando questi dati la rivista ipotizza che nei piatti degli italiani aumenta il carico del grano canadese che è accompagnato da quello del glifosato, un erbicida che viene usato nelle coltivazioni d’oltreoceano e che è potenzialmente cancerogeno. Le analisi condotte su 20 tipi di spaghetti hanno mostrato tracce del glifosato ed in 6 marche, Divella, Eurospin, Esselunga, Garofalo, Rummo e Lidl il grano con cui sono stati prodotti gli spaghetti proveniva anche da nazioni extraeuropee. In alcuni casi, per i campioni di pasta che sono stati analizzati esiste il forte sospetto che il grano provenga dal Canada, ma la certezza assoluta non è possibile in quanto, in accordo alla normativa, le aziende produttrici italiane possono indicare la provenienza del grano utilizzato con la dicitura sull’etichetta "Ue" e/o "non Ue". Certamente il glifosato non si trova solamente nel grano proveniente dall’estero, in quanto la sua concentrazione è stata riscontrata sugli spaghetti del marchio Agnesi, che sull’etichetta dichiara grano 100% italiano, seppure minima e comunque inferiore ai limiti dettati dalla legge.
Nel corso delle analisi eseguite dalla rivista Il Salvagente sono stati ricercati anche altri pesticidi, ma il glifosato è quello che è stato trovato con le maggiori percentuali, ed in aumento rispetto ai test dello stesso tipo che erano stati eseguiti nel mese di novembre di due anni fa. In quelle analisi solo due marchi di pasta, Lidl e Eurospin, contenevano delle percentuali di glifosato. In quel periodo la situazione era diversa rispetto ad oggi, in quanto fin dal 2016 e per tutto il 2018, sugli organi di stampa e in televisione si era parlato molto dei pericoli legati all’utilizzo di questo pesticida per quanto riguarda la salute. In quel periodo i consumatori avevano quindi iniziato a prestare maggiore attenzione ai vari marchi e alle etichette, orientando i loro acquisti di pasta verso quelli che non contenevano glifosato. Le aziende, poste di fronte ad un calo di vendite avevano variato i loro fornitori e le navi variato le rotte per portare il grano in Italia. I numeri relativi al 2018 ci parlano di soli 100 milioni di chili importati dal Canada, mentre oggi quel numero è molto vicino al miliardo di chili. Con gli effetti che tutti ben conosciamo. Oltre alla possibilità di sviluppare patologie cancerogene, l’erbicida che viene largamente utilizzato per la coltivazione del grano in Canada, nel corso degli anni ha fatto registrare anche altri sospetti, anche quando la concentrazione rilevata dalle analisi risulta molto bassa.
Un gruppo di ricercatori appartenenti all’università finlandese di Turku ha recentemente pubblicato, sulla importante rivista del settore, ScienceDaily un'analisi che ci dice come circa il 54% delle specie di batteri che si trovano nel nostro intestino sono sensibili a questo erbicida, anche in concentrazione ridotta. Per questo motivo gli effetti del glifosato sul "microbiota umano" che raggruppa le 500 diverse specie di batteri che vivono comunemente nel nostro intestino, potrebbero avere delle serie conseguenze e riflessi negativi sulla salute, tenendo anche presente che il consumo di pasta da parte degli italiani è molto più alto rispetto a quello degli altri Paesi. Il glifosato può causare problemi anche al sistema endocrino, come evidenziato in un articolo su un’altra rivista internazionale, Chemisphere, nel quale tre esperti hanno associato le caratteristiche del glifosato a alle sostanze chimiche capaci di danneggiare il sistema endocrino.
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