Jon Bon Jovi ha aperto il terzo ristorante senza prezzi: ognuno può pagare con quello che può permettersi o, eventualmente, aiutare in cucina o nell'orto.
Rockstar e benefattore Jon Bon Jovi ha deciso di aprire un nuovo ristorante con una precisa finalità sociale. Visto che il futuro è in mano a chi può fare concretamente qualcosa per migliorarlo il cantante ha scelto di offrire un servizio gratuito agli studenti in difficoltà.
Questo locale si rivolge principalmente ad un pubblico di studenti universitari della Rutgers University-Newark, che per il 50% degli iscritti vede giovani con reddito basso, che si trovano già a dover far fronte alle notevoli spese della retta. Già noto per il programma sociale Soul Kitchen e per la JBJ Foundation, il cantante ha aperto il terzo ristorante in cui gli studenti bisognosi potranno mangiare gratuitamente, offrendo in cambio un piccolo aiuto in cucina o nell'orto.
Negli Stati Uniti infatti le tasse universitarie sono altissime ed uno studente su tre si trova in serie difficoltà economiche. Dover trovare anche i soldi per mangiare non dovrebbe essere assolutamente nella lista delle cose da fare, per chi in futuro potrebbe fare la differenza.
Grazie alla collaborazione della moglie Dorothea e al supporto dell'ateneo, il cantante ha deciso di proporre una soluzione per un pasto salutare e al tempo stesso gustoso, indispensabile per poter mantenere un buon livello di rendimento scolastico.
L'idea è quella di offrire agli studenti la possibilità di pagare quanto possono permettersi, perché il menù non ha i prezzi. Se vogliono hanno la possibilità di aiutare in cucina o nell'orto che produce la materia prima del ristorante.
Il ristorante è il terzo locale ideato dal cantante e fino ad ora è riuscito a servire 100mila pasti nel New Jersey nella zona di Red Bank e vicino al fiume Toms che nel 2012 è stato colpito duramente dall'uragano Sandy. Il progetto è solido e soprattutto molto apprezzato dalla comunità.
Sul sito internet di Soul Kitchen risulta che il 54% dei pasti è stato finanziato da donazioni, mentre il resto tramite il volontariato. I numeri parlano da se e molte persone, dopo aver approfittato dell’aiuto della fondazione, hanno fatto quanto possono per ricambiare, facendo crescere il progetto.
Non si tratta di un progetto in cui ci si deve però accontentare di una zuppa insipida, perché il menù proposto è molto ampio ed offre prodotti a km zero, anche per aiutare la comunità. Sono serviti quotidianamente pasti standard, vegetariani ed anche vegani, in modo tale da poter rispettare lo slogan scelto dalla rockstar: "Tutti sono i benvenuti alla nostra tavola".
Una società materialistica e a rischio di disgregazione ha costantemente bisogno che i valori importanti vengano mantenuti alti. Questo progetto, infatti, punta alla sensibilizzazione di una fascia di popolazione che in futuro si troverà a poter fare davvero la differenza, contribuendo ad altre opere benefiche e aiutando sempre più persone a scegliere uno stile di vita salubre e sostenibile.
C'è solo da sperare che idee come questa si diffondano a macchia d'olio e che sempre più di frequente da comunità trovi soluzione per aiutare i suoi membri, allontanando il più possibile il rischio di doversi piegare a logiche di mercato non condivisibili.
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