Il classico bicchiere d’acqua richiesto gratuitamente al bar non è un diritto del consumatore ma una gentilezza che gli viene concessa.
Il classico bicchiere d’acqua richiesto gratuitamente al bar e in qualsiasi altro locale non è un diritto del consumatore ma una gentilezza che gli viene concessa.
Una questione che periodicamente viene affrontata riguarda il diritto o meno di poter avere dell'acqua gratuita in un bar o in qualsiasi altro locale similare.
Iniziamo col dire che si tratta di un'usanza tutta italiana che però varia in funzione della zona geografica.
Inoltre, c'è da dire che non c'è nessuna normativa e nessun dovere per il gestore del bar nel dare per forza il bicchiere di acqua gratuitamente.
L'unica cosa che stabilisce la legge è che i bar sono obbligati ad avere una fonte di acqua potabile nel pieno rispetto delle norme igieniche ma questo non significa che bisogna darla a chiunque.
Spetta dunque al barista decidere se concedere o meno un bicchiere d'acqua magari da abbinare alla consumazione di un caffè oppure per chi degusta un buon gelato.
Ci sono tanti bar che gentilmente offrono ai propri clienti un buon bicchiere di acqua naturale e altri che invece richiedono il pagamento per offrire questo genere di servizio del prodotto. Non è raro anche incappare in esercizi commerciali che decidono di concedere acqua in funzione della situazione.
Ad esempio potrebbe accadere che se a richiedere un bicchiere d'acqua sia un bambino normalmente il titolare decide di dargliela senza alcun problema soprattutto se ci si trova in una calda giornata estiva. Tuttavia, se il gestore di bar decide di far pagare il bicchiere d'acqua, scatta l'obbligo di riportare il costo dello scontrino fiscale e indicarlo anche nel menù. Il consumatore deve essere a conoscenza di questo costo.
Non c'è dubbio che anche l'acqua potabile abbia un costo ed è per questo che il proprietario di un esercizio commerciale ha tutto il diritto di poter richiedere il pagamento di questo genere di servizio per recuperare la spesa.
Spetta al barista scegliere come comportarsi.
Sul territorio italiano ci sono delle nette differenziazioni sotto questo punto di vista perché ci sono città come Napoli e molte altre del Sud in cui è praticamente un obbligo sociale ed etico accompagnare l'acqua con il caffè senza farla pagare, mentre in altre questo è un costo che viene aggiunto sul contributo.
Spesso i clienti giocano sul fatto che richiedono acqua di semplice rubinetto rimarcando come questo sia un bene pubblico ma la realtà è differente.
Un esercente commerciale ha dovuto affrontare dei posti per fare installare l'acqua nel proprio locale e paga mensilmente l'utenza attraverso la classica bolletta periodica.
Dunque tecnicamente è un bene privato con il solo obbligo per il titolare di bar di avere acqua potabile e di dover rispettare le regole dal punto di vista igienico e non a caso bisogna anche installare degli appositi depuratori per filtrare l'acqua ed eliminare tutte le difficoltà che potrebbero rappresentare un rischio per la salute delle persone.
Anche ipotizzando la situazione in cui un bar utilizzi acqua pubblica, c'è comunque da tenere in conto che l'esercizio commerciale deve affrontare dei costi per purificarla e per tenere sotto controllo l'impianto al fine di prevenire qqualche patologia. Dunque in generale il barista può sempre richiedere il pagamento dell'acqua, anche nel caso in cui non si tratti di un classico avventuriero ossia una persona che entra nel bar e richiede la gentilezza di poter bere un bicchiere d'acqua. Infatti anche nel caso in cui il cliente si accomodi al tavolo e beva un caffè oppure consumi il panino, il barista ha la facoltà di richiedere il pagamento della supplemento per il bicchiere d'acqua. Non ci sono normative che possono comunicare se darla gratuitamente, ma deve essere indicato nel menù il prezzo in maniera chiara.
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