Il conflitto fa paura anche al settore agroalimentare e al mondo del vino: cosa dobbiamo aspettarci per l'economia del nostro Paese?
L'invasione dell'Ucraina da parte dell'Esercito Russo ha innescato una guerra in Europa e interrotto un lungo periodo di pace.
Dopo lo sgomento per la perdita di tante vite umane e la paura di un eventuale allargamento del conflitto, aumenta anche la preoccupazione per le inevitabili ricadute economiche per il nostro Paese.
Il sistema economico del nostro Paese presenta notevoli intrecci con la Russia, in special modo sul fronte energetico.
Come dichiarato recentemente dal Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, l'Italia è notevolmente dipendente per la fornitura di gas e importa dalla Russia più del 40% del totale. Risulta evidente quindi come l'evento bellico metta decisamente in crisi le industrie di tutto il mondo con larga rappresentanza di quelle tricolori, gli aumenti record di petrolio e gas stanno mettendo in ginocchio molte attività.
Le filiere produttive italiane, già provate dalla pandemia, erano appena ripartite a pieno regime nel 2021 che ecco spuntare un'altra minaccia se possibile ancora più incisiva.
Il governo Draghi ha già proclamato misure a sostegno del made in Italy, la speranza di tutti è che gli interventi siano sufficienti a scongiurare una crisi annunciata.
L'import prosegue con il grano ed i cereali, dato che Russia e Ucraina sono i principali produttori.
L'Istituto di Servizi per Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) ha comunicato come lo scorso anno il nostro paese abbia importato 120.000 tonnellate di grano da Kiev e 100.000 da Mosca.
C'è inquietudine anche per l'approviggionamento di mais, l'Italia deve fronteggiare un crollo della produzione interna - meno 30% negli ultimi dieci anni - e si era affidata in larga misura al mais ucraino.
Con l'attuale situazione i prezzi di questi prodotti essenziali saliranno a livelli mai visti prima.
Russia e Ucraina pesano sulla bilancia italiana pure per le esportazioni.
Queste le parole di Massimiliano Giansanti Presidente di Confagricoltura - La risposta russa alle pesanti sanzioni economiche approvata dall'Unione Europea sarà certamente un contrazione rilevante delle importazioni dagli Stati membri dell'Unione. Il rialzo dei prezzi delle materie prime si ripercuote su tutta la filiera produttiva, in primis sui trasporti; bisogna allora prepararsi ad una fase di profonda instabilità.
La Russia è un mercato importante per le aziende vinicole italiane, calcolato in oltre 180 milioni di euro all'anno. Dichiara sull'argomento Vittorio Cino Direttore di Federvini - Negli ultimi anni le nostre esportazioni di vino e spumante verso la Russia ma anche l'Ucraina sono cresciute molto, insieme i due paesi raggiungono circa 250 milioni di euro. E' una cifra che non possiamo permetterci di perdere come settore, eppure ci attendiamo un probabile crollo delle richieste -.
La richiesta di una pace immediata arriva da tutto il mondo, anche dal comparto agroalimentare italiano.
Non perderti nemmeno un articolo Seguici su Facebook
Grazie! Il tuo commento è in approvazione
e verrà pubblicato entro un paio di ore.