Secondo i dati della Coldiretti nel 2020 il settore agroalimentare italiano è stato uno dei pochi a registrare un aumento delle esportazioni all'estero
I dati delle esportazioni dei prodotti Made in Italy nel corso del 2020 indicano che soltanto i settori del cibo e delle medicine hanno fatto registrare un rialzo, mentre tutti gli altri chiudono decisamente in ribasso scontando gli effetti dell’epidemia di coronavirus.
La Coldiretti ha analizzato i dati messi a disposizione dall’Istat riguardanti il commercio con l’estero e questa analisi, dal titolo "L’Italia riparte dagli eroi del cibo", è stata diffusa durante l’Assemblea annuale dell’associazione che è stata effettuata con una diretta streaming e che ha visto partecipare, oltre ai dirigenti della Coldiretti anche di Vincenzo Amendola, Ministro per gli Affari Europei, e del Premier, Giuseppe Conte. Nella relazione, il presidente nazionale dell’associazione, Ettore Prandini, ha segnalato come per il settore agroalimentare, nel corso dei primi 10 mesi del 2020, sia stato registrato un aumento delle esportazioni dell’1%, dato che si posiziona poco oltre quello dell’anno precedente, ma a fronte di un calo generalizzato che è stato del 12%. Un aumento di esportazioni maggiore di quello del settore agroalimentare è stato fatto registrare soltanto dal settore dei medicinali che ha avuto un incremento del 5%. Nello stesso periodo alcuni dei settori "simbolo" del comparto export delle aziende italiane registrano dei cali a due cifre, come nel caso del settore del tessile, che ha visto un -20,8%, e quello dei mezzi di trasporto che si è attestato su un -16,4%. Prandini ha sottolineato che l’aumento è stato conseguito nonostante che alcuni settori particolari come quello del vino, abbiano fatto registrare una flessione, e questo conferma che il settore dell’agroalimentare può rappresentare un importante elemento di traino. Il presidente della Coldiretti ha anche tenuto a precisare che per le imprese del suo settore deve essere completato un piano di internazionalizzazione in modo da aumentare la presenza sui mercati esteri del Made in Italy. Per far questo le imprese del settore devono essere aiutate ad andare oltre le difficoltà collegate strettamente a questo periodo di epidemia. La ripresa si effettua anche creando nuovi canali a livello commerciale e mettendo in piedi una campagna massiccia della comunicazione, evitando quella che oggi è una platea molto frammentata. Occorre, secondo la Coldiretti, una regia unitaria a carattere nazionale, con una agenzia che porti le aziende italiane nei vari paesi del mondo sfruttando collaborazioni importanti come quella con l’ICE, del quale deve essere valorizzato il ruolo strategico e centrale, e quella con le ambasciate.
Le imprese del Made in Italy del settore agroalimentare hanno posto in atto una grande resistenza contro la crisi sui mercati esteri. La filiera agroalimentare italiana, con un valore di 538 miliardi ha reagito meglio degli altri settori ad un impatto "drammatico", quello del Covid 19, ed è divenuta la prima del Paese. Il settore dell’agroalimentare rappresenta una realtà fatta non solo di campi e scaffali, ma anche di attività complementari, e oggi sono 3,8 milioni le persone che ci lavorano, con 740mila aziende agricole, 330mila attività nel settore della ristorazione, più di settantamila industrie alimentari e oltre 230mila punti di vendita al dettaglio. In totale vale circa il 25% del Pil italiano. La rete di distribuzione del settore agroalimentare è diffusa in tutta Italia e viene rifornita ogni giorno, con le aziende che hanno risposto alle difficoltà legate alla pandemia continuando a produrre tenendo sempre presenti le misure di sicurezza richieste dal contrasto all’epidemia. L’Italia, ha sottolineato Prandini, può contare sulla propria leadership indiscussa nell’ambito della Ue per quanto riguarda la qualità alimentare. Sono infatti 305 le specialità con marchio Dop/Igp/Stg, presenti nel nostro Paese, tra cui grandi formaggi, prosciutti e salumi. A questo si aggiungono 415 vini con marchio Doc/Docg e 5155 prodotti regionali della tradizione in tutte le regioni della Penisola. L’Italia è anche la nazione leader nel settore della biodiversità e detiene il primato della sicurezza alimentare a livello mondiale, presentando il minor numero in assoluto di prodotti con residui chimici non regolari.Sul territorio italiano, nel settore agricolo, operano oltre 60mila aziende biologiche.
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