I migliori pandori da acquistare al supermercato: la classifica di Altroconsumo

Altroconsumo ha stilato la classifica dei migliori pandori acquistabili al supermercato per questo Natale 2020, offrendo consigli per un'analisi di prodotto

Anche quest'anno pandori e panettoni iniziano a riempire gli scaffali dei supermercati, ma non sempre le aspettative dei buongustai vengono rispettate da tutti i prodotti industriali. Se si vuole andare sul sicuro bisogna cercare fra le grandi marche o prepararsi a spendere un po' per un pandoro artigianale oppure realizzarlo in casa.

Come si fa a capire se il prodotto che abbiamo comprato è di buona qualità? Ovviamente non basta un’analisi organolettica, cioè assaggiarne una bella fetta, magari ricoperta di crema, ma bisogna capire la lista degli ingredienti e la sua lavorazione.

La classifica di Altroconsumo del Natale 2020

Altroconsumo ha stilato la classifica dei migliori Pandori (non artigianali) acquistabili al supermercato per questo Natale 2020. I migliori in assoluto come rapporto qualità prezzo sono Maina ricetta classica, Bauli e Scarpato. a metà si trovano l'Originale Melegatti, Balocco, Perbellini e Verona di Conad. A concludere la classifica c'è la ricetta classica Paluani.

Ma a prescindere da questa analisi dell'Associazione Consumatori, è possibile anche per i comuni mortali rendersi conto se quello che si è acquistato è un pandoro di qualità anche se si tratta di un prodotto industriale.

Le caratteristiche di un pandoro di qualità

Per capire quali sono i pandori più buoni che si possono trovare sugli scaffali del supermercato dietro l'angolo, da una parte ci sono i fattori soggettivi come gusto e consistenza, dall'altra quelli oggettivi che si ottengono con test di laboratorio.

Questi servono per valutare se il prodotto rispetta tutte le caratteristiche della tradizione e se le innovazioni costituiscono un miglioramento qualitativo.

Etichette, peso, qualità del burro e delle uova, così come la loro quantità sono considerati da esperti e pasticceri come punti chiave. Per i biologi invece è più interessante la presenza di muffe e lieviti che anche nei prodotti industriali possono essere in agguato.

Secondo la tradizione il pandoro ideale deve avere una forma vagamente tronco conica a pianta di stella ottagonale. I suoi raggi detti comunemente "coste" servono per incrementare la superficie in fase di cottura.

Il pandoro perfetto non deve presentare assolutamente tracce di crosta, la superficie deve essere asciutta e non unta ed avere una colorazione uniforme non troppo chiara ma neanche troppo scura, indicativamente dorata.

La preparazione del dolce si fa con forme speciali e quindi la base risulta essere la parte che durante la cottura è in alto. Basta dare un'occhiata per capire se la temperatura è stata eccessiva.

In questo caso lo troveremo molto scuro, troppo friabile e in alcuni casi quasi bruciato. Alcuni produttori un po' furbi provvedono a grattare via una parte di questa superficie per nascondere i problemi.

Una volta tagliato, il pandoro deve essere estremamente soffice ma asciutto e di un giallo uniforme, perché nel suo impasto sono presenti uova e burro in quantità. Per un buon prodotto la categoria delle uova deve essere A, cioè la migliore e il tuorlo rappresentare almeno il 4% del peso del prodotto finale.

Il dolcificante da usare è lo zucchero, la lievitazione deve essere naturale, inoltre devono essere presenti vaniglia oppure aroma di vanillina.

Non possono mancare farina di frumento, sale e almeno il 20% di burro. Nel disciplinare è previsto che non siano presenti altre materie grasse, anche se si tollera eventualmente il burro cacao che però deve essere dichiarato in etichetta.

Riconoscere ad occhio un pandoro di qualità

Per capire a occhio se la lievitazione è naturale, l'alveolatura dovrà presentarsi omogenea e piccola, perché se ci sono bolle grandi significa che il processo è stato amplificato artificialmente e questo si traduce solitamente in un prodotto più secco.

Al naso il profumo deve essere gradevole, senza tracce untuose o acide, con aroma di burro e vaniglia come note dominanti. Se il pandoro viene cotto troppo, i grassi contenuti si alterano e il gusto diventa amarognolo in superficie e in molti casi anche in profondità.

È anche importante che lo zucchero vanigliato venga messo sul pandoro almeno un giorno prima di servirlo, per essere sicuri che il suo aroma venga assorbito. In un prodotto dolciario artigianale, magari da regalo, dovrebbe essere il pasticcere a preparare lo zucchero con le proporzioni di bacca di vaniglia giuste per la sua ricetta.

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