Ecco alcuni consigli pratici degli esperti per evitare il contagio da Coronavirus durante i pranzi e le occasioni di ritrovo dell'imminente Natale 2020.
In vista delle festività natalizie le istituzioni sanitarie e i virologi dibattono oramai da settimane e cercano soluzioni in merito al rischio di contagio nei luoghi chiusi e agli inevitabili contatti sociali che si avranno. Particolare attenzione viene posta sul pranzo (o cena) di Natale che rappresenta un'occasione di convivialità e di scambio dei doni, molto attesa ma anche una situazione in cui ci sono alcune regole e consigli da seguire per ridurre al massimo la possibilità di contagio. Vediamo di seguito quali sono partendo dalle evidenze scientifiche e da un simulatore sviluppato in Germania.
Il tema del pranzo di Natale è stato oggetto di dibattito nelle ultime settimane, con le autorità politiche e sanitarie che hanno espresso solo la "forte raccomandazione" a non ricevere in casa persone non conviventi (e comunque in numero non maggiore di sei), proteggendosi con mascherina e distanziamento. Tuttavia la scienza ha provveduto a fornire delle evidenze abbastanza chiare su come il contagio si diffonda nei luoghi chiusi quali le abitazioni private e in presenza di più persone. In Germania il sito del settimanale "Die Zeit" ha presentato un simulatore online basato su un modello predittivo sviluppato dal "Max Planck Institut di Magonza": questo strumento mostra nel dettaglio quali sono i rischi di contagio e come possono essere evitati.
Il modello tedesco può essere applicato alla situazione del pranzo di Natale dato che tiene conto di parametri quali la grandezza della stanza, il numero di persone a tavola e le possibilità di aerazione: gli unici parametri previsti in tutte le simulazioni sono la presenza di un individuo contagioso e che si pratichi il distanziamento. Analizzando i dati si nota che il rischio di contagio è massimo se si rimane per diverse ore assieme in un ambiente piccolo con poco ricambio d'aria e senza distanziamento; a tavola (e comunque nella stessa stanza) invece il rischio è basso se c'è una buona aerazione, si pratica il distanziamento e se la permanenza è limitata a un breve periodo di tempo dato che mangiando non si può tenere sempre la mascherina. La conseguenza di ciò è il rischio che una persona contagiosa diffonda nell'aria circostante delle particelle virali che rimangono in sospensione (aerosol) attraverso uno starnuto o un colpo di tosse, senza dimenticare l'eventualità che si parli a voce molto alta.
A tal proposito è stato calcolato che in una stanza di meno di 25 metri quadrati, il ritrovo di cinque persone (di cui una contagiosa e inconsapevole di esserlo) comporta una probabilità del 32% di essere contagiati per una media di circa due individui: insomma anche a tavola, e seppure in una situazione di poche persone conviventi (o che si sono frequentate di recente), è necessario tenere presenti delle regole di buon senso. Diversi virologi, tra cui il professor Giovanni Di Perri, consiglia ad esempio agli ultra 65enni di tenere il più possibile la mascherina Ffp2, togliendola solo per mangiare e indossandola anche tra una portata e l'altra.
"A pranzo è bene che siedano a fianco le persone conviventi" prosegue, aggiungendo che il tavolo deve garantire la maggior distanza possibile tra i diversi commensali e suggerendo di evitare contatti troppo ravvicinati nell'entrare o uscire dalla stanza.
Nel suo vademecum per il pranzo e le altre situazioni di convivialità durante le feste natalizie, Di Perri (ordinario di Malattie Infettive all'Università di Torino) consiglia di ridurre al minimo la tavolata e almeno per quest'anno di non includere i parenti over 65: "Il tampone rapido può essere utile ma non fornisce la sicurezza di essere immuni dal contagio" spiega a proposito dell'ingannevolezza dei test, concentrandosi su indicazioni utili come quella di aerare appena possibile il locale e indossare sempre la mascherina quando non si è a tavola. Per quanto riguarda aperitivo e dolce, l'esperto consiglia di consumarli in piedi e in salotto; le bevande andrebbero versate da una sola persona per tutti i commensali mentre per quanto riguarda le porzioni andrebbero fatte in cucina e poi servite con un vassoio. Di Perri infine suggerisce che nei giorni antecedenti al pranzo gli invitati non dovrebbero frequentare persone al di fuori della propria sfera abituale: insomma, una sorta di "quarantena da incontri non urgenti" per tutelare gli altri commensali.
Ph: Die Zeit
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