Gli Stellati scrivono a Conte: aiutateci, siamo cultura

Alcuni chef hanno deciso di scrivere una lettera al Presidente del Consiglio e chiedere un tavolo di lavoro per concordare strategie per la ristorazione

I divieti e le pesantissime limitazioni dell'ultimo periodo hanno messo a dura prova tante attività. Fra le più colpite ci sono quelle del settore della ristorazione e dell'accoglienza turistica. Alcuni ristoratori stellati hanno scritto una lettera aperta al Presidente del Consiglio Conte e al ministro dello sviluppo Patuanelli dove propongono la loro soluzione per affrontare la crisi di un settore importantissimo per l’Italia.

La proposta firmata dai grandi chef e sostenuta dal Corriere della Sera è quella di iniziare a lavorare sulle specificità dei singoli locali per risollevare il settore, sugli aiuti da parte del governo e sui nuovi codici Ateco. Sembra l'unica via per riuscire a salvare un settore che in questo momento soffre particolarmente.

Un anno terribile per tutti i ristoratori

Negli annali dei ristoratori il 2020 sarà ricordato come uno dei peggiori di sempre, perché ho il blocco a cui tutto il settore è stato costretto dell'emergenza Covid ha costretto tutti quanti a lasciare da parte una delle esperienze più piacevoli, cioè mangiare fuori.

Con l'impossibilità di vivere la tradizione della ristorazione proprio nel paese che ha fatto di questa categoria uno dei suoi più grandi vanti, mette a severo repentaglio una grandissima quantità di competenze specifiche ed un'intera filiera.

Nella lettera si paragona un ristorante ad una bottega rinascimentale perché è un centro di cultura, dove si incontrano i prodotti dell'agricoltura d'eccellenza e locale, il turismo gastronomico, la formazione e persino approfondimenti sul rapporto tra l'umanità è il cibo, con risvolti umanistici e sociali unici.

La ristorazione è il luogo naturale dove imparare il gusto, sviluppare attenzione per i dettagli culinari, per le differenze fra il prodotto locale e quello dozzinale e standard. Per sviluppare una capacità di scelta.

Secondo i più importanti chef italiani è di fondamentale importanza considerare la ristorazione come un settore culturale perché le eccellenze non si possono considerare semplici luoghi dove mangiare, come un fast food.

Arte, architettura, design e ospitalità sono i cardini sui quali si fonda la ristorazione di qualità in Italia e non soltanto quella dei locali a 5 stelle. Persino le piccole realtà sono parte di questo ambiente, anche la più umile trattoria di provincia è una vera e propria fucina dove si creano gusti e idee, tendenze e nuove tradizioni, rispettando le vecchie e riscoprendo elementi che altrimenti rischiano di sparire nel nulla.

Basti pensare a realtà minuscole come il progetto dell'Osteria Francescana a Modena che ha dato la possibilità di creare altri 80 bed and breakfast con una rete di turismo gastronomico. Un sistema in cui chiunque, anche le famiglie possono entrare in diretto contatto per qualche giorno con contadini, casari, allevatori pescatori ed artigiani.

Se poi il versante culturale non dovesse bastare, si deve sempre ricordare che in Italia l'1,8 % del PIL, circa 96 miliardi di euro, è rappresentato dal settore dei pubblici esercizi che quindi meritano di essere rispettati ed ascoltati.

Un'iniziativa per crescere e resistere

Il Corriere della Sera, al termine della tre giorni di Cibo a Regola d'Arte 2020, ha deciso di impegnarsi per aiutare le piccole realtà, come l'osteria sotto casa e i posti che si trovano sparsi per il territorio, spesso in zone complicate da raggiungere e che hanno quindi bisogno di lavorare il più possibile, passando attraverso illustri rappresentanti del settore e chef stellati.

L'importante testata giornalistica ha sostenuto l'iniziativa di una lettera aperta indirizzata direttamente al Presidente del Consiglio Conte per creare un tavolo di lavoro, indispensabile perché venga riconosciuto alla ristorazione il suo ruolo e la sua importanza.

Un confronto immediato è indispensabile per salvare un settore che mai come adesso si è rivelato fragile è a rischio e che rischia di uscire definitivamente sconfitto dall'anno 2020 e di doversi piegare a logiche di mercato inaccettabili, già dal 2021.

La speranza è che l'appello aiuti a creare sin da subito un piano specifico per una realtà che ha bisogno di continuità e di tutele, da cui dipendono decine di migliaia di persone, in una situazione, quella attuale, che è insostenibile per la maggior parte dei locali.

Condividi su Facebook Non perderti nemmeno un articolo Seguici su Facebook

Hai domande o vuoi lasciare un commento?