Latte di cocco, carne di cavallo, casu marzu: alcuni alimenti considerati prelibatezze in alcune culture, sono completamente vietati in altre.
Il detto "Paese che vai, usanza che trovi" riflette perfettamente la diversità delle leggi e dei regolamenti legati al cibo che si possono incontrare viaggiando in giro per il mondo.
Queste differenze sono particolarmente evidenti quando si tratta di divieti alimentari, che possono variare notevolmente da una nazione all'altra a causa di una serie di motivazioni che includono considerazioni etiche, religiose, sanitarie e di etichetta.
Ad esempio, alcuni alimenti considerati prelibatezze in alcune culture sono completamente vietati in altre.
Queste differenze sottolineano l'importanza di informarsi sulle leggi e le normative locali riguardanti il cibo quando si viaggia.
Conoscere i divieti alimentari non solo può aiutare a evitare situazioni imbarazzanti o problemi legali, ma dimostra anche rispetto per le usanze e le tradizioni del paese ospitante.
Vediamo insieme quali sono i cibi vietati nel mondo.
Negli Stati Uniti, in Europa, e specificatamente in Italia a partire dal 1992, è stato imposto un divieto rigoroso riguardante il consumo e la commercializzazione del fugu, conosciuto anche come pesce palla. Questo alimento è considerato una delle prelibatezze più esclusive del Giappone.
Coloro che hanno avuto l'opportunità di degustarlo sostengono che il suo gusto sia eccezionale, tuttavia, anche il minimo errore nella sua preparazione può rivelarsi mortale. Diverse parti del pesce contengono tetrodotossina, un veleno straordinariamente potente che, secondo alcune valutazioni, risulta essere 1.200 volte più letale del cianuro.
Anche in Giappone, così come in poche altre aree dove il consumo di fugu è permesso (ma esclusivamente in ristoranti che lo importano direttamente dal Giappone), le norme per la manipolazione di questo ingrediente sono estremamente rigide.
Gli chef desiderosi di specializzarsi nella preparazione del fugu devono dedicarsi a un lungo periodo di formazione, superare un esame rigoroso e conseguire una specifica licenza rilasciata dalle autorità competenti.
Potrebbe apparire inaspettato che la nazione simbolo di fast food, additivi alimentari e cosiddetto cibo "malsano" abbia delle restrizioni alimentari. Tuttavia, ci sono diversi prodotti che gli americani non possono gustare legalmente nel proprio paese.
In primo luogo, vi è il divieto sulla carne di cavallo: impossibile da trovare in vendita in quanto l'ultimo macello ha chiuso i battenti nel 2007.
In alcuni stati, come la California e l'Illinois, il consumo di tale carne è esplicitamente proibito. Le ragioni dietro questa scelta includono preoccupazioni per la salute pubblica e questioni finanziarie, dato che i cavalli da allevamento erano frequentemente trattati con antibiotici e altri farmaci, e non vi erano risorse sufficienti dedicate alle ispezioni dei macelli.
La California presenta un'altra singolare restrizione alimentare: il fois gras.
Questa prelibatezza francese, prodotta dal fegato ingrossato di oca o anatra attraverso l'alimentazione forzata, è stata oggetto di divieto in tutto lo stato fino a tempi recenti. Sebbene ora sia proibito produrlo all'interno dello stato, è permesso acquistarlo da fornitori esterni per uso personale. Tuttavia, la sua vendita da parte di ristoranti e commercianti rimane illegale. Anche New York ha recentemente adottato una normativa simile.
Concludiamo il nostro esame dei divieti americani con l'haggis, il celebre piatto nazionale scozzese che ricorda un budino ma che in realtà è composto da cuore, fegato e polmoni di pecora.
La restrizione negli USA non mira direttamente all'haggis, ma dal 1971 vi è un divieto sul consumo di polmone di pecora, ingrediente cruciale nella sua preparazione.
Di conseguenza, l'haggis non viene tradizionalmente offerto, o viene proposto con sostituzioni legali per i polmoni.
In diverse nazioni o tradizioni culturali, i divieti alimentari sono intimamente connessi ai principi delle rispettive religioni.
Per esempio, nell'Islam è categoricamente vietato il consumo di carne di maiale, e analogamente, l'ebraismo impone norme molto severe riguardo all'alimentazione. Di conseguenza, sia la cucina halal, osservata dai musulmani, che la cucina kosher, seguita dagli ebrei, si sono evolute in distinti stili culinari.
In Nigeria, d'altro canto, non aspettatevi di trovare il latte di cocco disponibile, poiché è soggetto a divieto legale. La causa di tale restrizione risiede in una superstizione ancora ampiamente diffusa, che sostiene come il consumo di latte di cocco possa compromettere l'intelligenza dei bambini.
A Singapore, invece, la proibizione di consumare il durian in spazi pubblici o sui mezzi di trasporto deriva dalla sua fragranza pungente.
Sebbene il frutto sia apprezzato per il suo sapore dolce e le sue proprietà rinfrescanti, l'odore intenso rende il suo consumo accettabile solamente in ambienti privati, altrimenti si rischiano multe considerevoli.
Oltre il già citato pesce palla giapponese, l’Italia ha messo al bando il cervello, a lungo considerato un piatto tipico nelle varianti di cervello fritto e cervello alla fiorentina.
La messa al bando risale al 2001, in piena emergenza mucca pazza: il Comitato veterinario dell’Unione Europea, infatti, stabilì che proprio dal consumo del cervello si trasmette all’uomo la pericolosa malattia. Dopo oltre 10 anni di embargo il cervello fortunatamente è stato ufficialmente riabilitato nel 2013, riportando alla fama ricette che stavano per perdersi.
Sempre norme igieniche e sanitarie sono dietro al divieto dell’utilizzo del sangue di maiale, uno degli ingredienti base del sanguinaccio, ormai illegale dai primi anni Novanta.
La ricetta originale, infatti, prevede che al cacao e alla cioccolata amara sia aggiunta una ricca quantità di sangue di maiale. Se trovate il sanguinaccio in commercio, quindi, tranquilli: è solo una reinterpretazione.
Riconosciuto nel 2009 dal Guinness dei primati come il "formaggio più pericoloso del mondo", il casu marzu (che si traduce letteralmente in "formaggio marcio") è al centro di numerose controversie. Questo formaggio tipico della Sardegna è stato proibito dall'Unione Europea a causa della sua non conformità con le normative igienico-sanitarie in vigore, poiché è prodotto e consumato con la presenza di larve vive di mosca.
Nonostante il divieto di commercializzazione imposto per motivi di sicurezza alimentare, il casu marzu è stato tutelato attraverso l'inserimento nell'elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani (PAT), garantendone la conservazione e il consumo a livello locale.
Non perderti nemmeno un articolo Seguici su Facebook
Grazie! Il tuo commento è in approvazione
e verrà pubblicato entro un paio di ore.