Il dizionario Devoto-Oli nell'edizione 2021 ha inserito alcuni termini gergali legati al mondo del cibo nostrani e di importazione, come pokeria e culurgiones
Un filo sottile eppure indissolubile lega tra loro il linguaggio e il cibo: entrambi sono capaci di raccontare la storia di un popolo, il suo carattere, le sue peculiarità ed entrambi sanno trasformarsi nel corso dei secoli, rendendo conto dei mutamenti della società. Noi Italiani sappiamo bene quanto sia importante il ruolo del cibo all'interno di una comunità, se è vero che le tradizioni gastronomiche regionali e locali sono innumerevoli e molte sono vere e proprie eccellenze, apprezzate ovunque nel mondo. Allo stesso modo, essendo parte di una comunità internazionale sempre più complessa e variegata, anche l'Italia si lascia contaminare da culture diverse e lontane. Ecco allora che cibi nuovi, tipici di altre nazioni o di particolari aree geografiche del Bel Paese, compaiono sulle nostre tavole divenendo pietanze di largo consumo. Il nostro lessico non può non esserne influenzato.
Tutti i dizionari della lingua italiana vengono periodicamente aggiornati con parole nuove, entrate a far parte del linguaggio comune, ma quello firmato da Gian Carlo Oli e Giacomo Devoto è particolarmente sensibile ai mutamenti della società italiana e della sua lingua. Così, dal 1967 il Devoto-Oli racconta attraverso i neologismi come cambiano i nostri costumi. L'edizione 2021 ne vede oltre 600: parole gergali, modi di dire e termini acquisiti da altre lingue, capaci di esprimere nuovi concetti e definire consuetudini e conoscenze divenuti ormai di uso comune tra gli Italiani.
E a proposito di mutamenti, sono sempre più numerosi gli estimatori della cucina orientale ed esotica. Si moltiplicano nelle nostre città i sushi bar e i ristoranti giapponesi e con essi entrano nell'uso quotidiano i nomi delle pietanze più apprezzate come il ramen, la saporita zuppa a base di noodle, brodo, alghe e salsa di soia o miso, oppure i dorayaki: frittelle dolci simili ai pancake, sovrapposte e unite da una farcitura a base di marmellate o salse originali come l'anko, ottenuto dai fagioli azuki molto diffusi in Asia. Proviene invece dal cuore del Pacifico il poke bowl, specialità hawaiana composta da pesce crudo, riso, verdure e frutta, servito in una ciotola e perfetto anche come cibo da asporto. Il Devoto-Oli inserisce dunque nella sua ultima edizione i termini ramen, dorayaki e pokeria, indicando con quest'ultimo i locali specializzati nella realizzazione e nella vendita dei sani e gustosi poke bowl.
Se apprezzate i cibi semplici, fuori dagli schemi e dalle mode, ma capaci di suscitare emozioni e trasmettere sensazioni positive, allora potete essere annoverati tra i sostenitori del Fooding. Questo vero e proprio movimento culinario, nato in Francia agli inizi del nuovo millennio, è oggi molto diffuso in Italia. Sempre più diffusa è anche la consuetudine di accompagnare l'aperitivo con assaggi di sushi, i celeberrimi involtini di pesce crudo, riso e alghe che spopolano nelle nostre città. Lo stuzzichino conviviale che precede i pasti trova così un nuovo nome: aperisushi. Parole inserite nel nuovo vocabolario Devoto-Oli insieme al nome dialettale di una specialità sarda: i culurgiones, ovvero la pasta fresca ripiena di patate, menta e pecorino che in alcune aree della Sardegna viene confezionata a forma di spiga. Quelli dell'Ogliastra hanno ottenuto il marchio I.G.P. nel 2015, mostrando tutto il valore di questo piatto che, insieme agli altri neologismi, mostra l'evoluzione dei costumi, dei gusti e del modo di nutrirsi nell'Italia che cambia.
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